Riprovo ancor oggi la pena che ho sofferto la volta che mi hai confidato con tristezza quel che ti dicevano le tue amiche quando ti sei sposata: «Ma è vero che ti sposi con quello? Ma lo sai che ti porta laggiù, nei bassifondi delle Dubarie?»

Me lo raccontavi quando venivo a dirti che i compagni di scuola mi prendevano in giro perché abitavo sulle Dubarie, per dirmi che anche tu ne soffrivi, ma accettavi il tuo destino con coraggio.

Mi rincuoravi dicendomi che non dovevo vergognarmi perché la casa era bella, perché c’era tanto sole e tanta luce e tanto spazio per la famiglia numerosa.             Ti davo ragione, ma ero triste perché c’erano tanti buchi nei muri e nel pavimento, tanti vetri rotti alle finestre e tanta puzza di letame.

Mi sorridevi e mi incoraggiavi quando ti promettevo che da grande l’avrei fatta diventare bellissima. Tu mi credevi ed eri contenta quando nella divisione dei beni alla morte di Papà la casa era stata assegnata a me,

Quella promessa è diventata l’impegno d’una vita, una sfida senza soste. Ed ora è giunto il momento del bilancio.

Come vedi ce l’abbiam fatta: «dalle stalle alle stelle»! Il tuo sogno, il mio sogno si sono realizzati.

È con orgoglio che celebro la nostra rivincita e la dedico a te. 

Grazie per avermi creduto, grazie per avermi aiutato, grazie.