È il protagonista della Contrada. il mattatore nel cuore delle Dubarie. L’opera nasce dall’ingegno bizzarro e pazzerello di Enrico Carabalona. Non si tratta però di una trovata boccaccesca. Si tratta della conclusione di un lungo e laborioso percorso di ricerca e di lavoro che l’ha portato a trovare e a conferire la giusta configurazione alla zona delle Dubarie (scopri di più).

E c’è di più. Caso vuole che il personaggio si inserisca con prepotenza per dire la sua sui gravi problemi dei nostri tempi in fatto di ecosistema, di ecosostenibilità, di protezione e di ritorno alla natura, amica con gli amici e imprevedibilmente terribile con chi la deturpa: un esemplare perfettamente in linea con le teorie avanzate dell’economia circolare.

Il significato dell’opera

Il sistema fognario comunale a Rocchetta nasce nel 1948. Prima di allora era consuetudine fare in casa i propri bisogni nel secchio di legno munito di appoggio (U segliun).

Questo veniva travasato nei vari pozzi neri (U pussu) all’esterno nei bassifondi del Paese.

Era opera del BARILAIO versarlo nei barili (A Baria) per essere portato agli orti vicini, o caricato sul dorso dell’amico MULO e portato nelle campagne quale fertilizzante naturale.

La dichiarazione di intenti

«Sarà il centro, il cuore del semiarco sull’argine sinistro del Barbaira tra i due ponti.

Sarà per me l’atto conclusivo di un lungo percorso di ricerca, di conoscenza e di lavoro.

L’atto conclusivo di un disegno che, nato dal recupero della casa natale, si è allargato a tutto il semicerchio che la circonda, in cui ho profuso ingenti energie, invasato forse da quell’animo artigiano che mi caratterizza e che ha caratterizzato i miei antenati che hanno creato questa parte del borgo chiamata con orgoglio la “Zona delle Fabbriche”.

Sospinto da questa febbre ho fatto cose che mi chiedo adesso perché le ho fatte. Ad iniziare dal recupero degli archi e del canale pensile (Biareira Sutana) con l’eliminazione dei sei fichi, alcuni giganteschi, con le radici infissi nell’argine, per continuare con i muri di sponda, le griglie di protezione, la scalinata di accesso al torrente. Ma così è. A cuore innamorato non si comanda.

Sarà la mia rivincita su di un destino che ha voluto farmi nascere nel luogo più disprezzato del paese, e farmi subire gli sberleffi dei compagni d’infanzia. Il monumento avrà un valore altamente simbolico nel tempo in cui la sete di natura diventa lancinante e la bandiera dell’ecologia sventola ai quattro venti.

Sarà il racconto di un capitolo di storia nel suo habitat autentico.

Sarà un inno ai tempi in cui l’uomo viveva in armonia ed in perfetta simbiosi con la natura.

Sarà la glorificazione del mestiere umile e prezioso, personificato dal BARILAIO che riempie e porta il barile agli orti.

Sarà un inno all’amico MULO sempre presente nel condividere le fatiche della vita di campagna, raffigurato carico di barili.

Sarà uno sberleffo alla prosopopea ed alla tracotanza del civico vulgo smorfioso.

Sarà un messaggio ad memoriam ai Rocchettini per radici o per libera scelta, agli amici ed ai visitatori, perché meglio conoscendo possano meglio capire e meglio amare il mio Paese.»