Enrico Carabalona

«Sono Enrico Carabalona, figlio di Piò “u Maixelà” (il macellaio) e di Giulotta “a Postina”. Sono figlio di questo borgo, ho qui le mie radici, sono innamorato della mia terra da cui ha assorbito la passione del voler capire e del voler fare.

Mio padre abbatte il bestiame da macello nel mattatoio ai piedi della casa, accanto alle nostre stalle confinanti con altre fatiscenti all’abbandono. I fienili di famiglia sono pieni di spettrali pelli degli animali macellati, stirate, steccate e puzzolenti appese alle travature a seccare. Un tizio con un cappello a bombetta passa periodicamente per comprarle e discute con mio padre.

La voglia matta infantile di esplorare quei locali misteriosi pieni di immondizia è diventata progetto nel 2015 con l’obiettivo del recupero storico. In partenza so che sarà un’impresa avventurosa, dall’esito incerto. Vorrà dire che metterò a fuoco strada facendo le modalità operative, i tempi di realizzazione, la scelta dei materiali di consumo, gli obiettivi finali da perseguire. Mi accorgo di possedere, abbinata alla voglia di fare e di scoprire, una certa vena di archeologo e ciò mi incoraggia.

Questo polo museale è il risultato di tre anni di duro lavoro: un’ascensione in solitaria. Quando mi sono imbarcato nell’avventurosa impresa mi sono imposto di ascoltare la voce delle pietre, perché solo quella avrebbe potuto guidarmi alla comprensione ed alla riscoperta.

Oggi, ad impresa conclusa ed obiettivo raggiunto, posso dire che davvero le pietre parlano. Grazie a loro sono arrivato ad una visione globale che mi permette di coordinare e di cogliere il disegno che ha ispirato il tutto e non solo le realtà dei singoli manufatti. Si tratta di un risultato entusiasmante che va ben al di là delle più rosee aspettative.

Concludo questo mio intervento dicendo GRAZIE al Cielo che mi ha dato forza e coraggio, a quanti mi hanno sopportato ed ai pochi che mi hanno supportato.

Il massimo della gratitudine a quanti vivranno, in questi luoghi rinati, momenti positivi, di interesse, di svago, di apprendimento e di godimento culturale ed artistico.

Un grazie carico di ammirazione ai nostri avi che ci han lasciato dei documenti di vita di inestimabile valore, scritti nella pietra e con la pietra; fiero di aver recuperato la loro opera e di poterla riaffidare al futuro.»